sabato 25 agosto 2012

QUELL'AFRICANA CHE NON PARLA NEANCHE BENE L'ITALIANO


finalista Premio Calvino 2009
vincitore Premio John Fante 2010

booktrailer


In “Quell’africana che non parla neanche bene l’italiano” racconto di prostitute, clienti, truffatori, episodi tragici, divertenti, surreali… in bilico tra il vissuto e la fantasia.
Ho cercato di scrivere questa storia in modo semplice, così come si raccontano le storie al bar o alle cene fra amici.
I personaggi e le situazioni narrate sono di pura fantasia, ma il contesto in cui si svolge il racconto rispecchia la realtà.
Purtroppo la tratta e il racket della prostituzione a cui molte giovani ragazze sono costrette è una dura realtà.
E quasi mai le storie di queste donne hanno un lieto fine come accade a Jennifer in questo romanzo.

giovedì 26 gennaio 2012

L'Africana in Affrica

Franco è italiano, Jennifer è, invece, una prostituta nigeriana. Dopo un rapporto in macchina, i due si trovano costretti – rocambolescamente – a passare l’intera notte insieme. Comincia, così, una particolare amicizia.
Franco ha modo di conoscere la drammatica e devastante realtà dello sfruttamento della prostituzione e del racket che di fatto rende schiave, in Italia, tante giovani straniere. Franco vuole conoscere, capire e aiutare ma allo stesso modo, fiuta il business, e a sua volta ne trae beneficio.
Vincitore del Premio John Fante nel 2009 e finalista al Premio Calvino nel 2010, quello di Alberto Mossino è più di un romanzo, quasi un saggio, non necessariamente solo sul mondo della prostituzione nigeriana ma anche – come scrive l’editore nella nota introduttiva – «sull’ignoranza, il male peggiore per chi vuole affrontare e risolvere i problemi, o semplicemente conoscerli».
L’ignoranza non è solo quella di Franco ma anche – continua l’editore – quella di molte ragazze. E anche «quella di operatori sociali, ingabbiati nella dicotomia tra donna perduta e vittima da salvare. E quella della brava gente, dei cittadini normali, resi zombie […] dalla propaganda martellante dei razzisti e delle televisioni».
Il linguaggio è crudo e assolutamente rappresentativo dei contesti che racconta. L’autore non ha nessuna paura di cadere nel politicamente scorretto. Del resto, Mossino si occupa di immigrazione da lungo tempo, sa di cosa parla, lo dimostra e lo racconta.
MICHELE CARBONI
CSAS - Centro Studi Africani in Sardegna

sabato 14 gennaio 2012

Maurizio Matrone, l'africana e Piazza dell'Unità

Complimenti Alberto! 
Divorato in treno tra Piacenza e Bologna AR.
Mi sono divertito e ho imparato un sacco di cose. 
Franco è un bel personaggio. 
Un caro saluto e grazie!

domenica 4 dicembre 2011

Tony Alum incontra l'africana

Ciao Alberto,
Finalmente mi è arrivato il libro. L'ho cominciato a leggere ma non posso dire niente addesso. 
Vedo che sei molto bravo come scrittore. La tua immaginazione è ottima. 
Sei riuscito a creare bene l'uomo che va in cerca di ragazze di colore. Ho conosciuto alcuni di loro e si comportano proprio come Franco. Anche la ragazza nigeriana hai creato bene. Quando hai creato bene i personaggi il libro viene bene per forza. 
Lo stile tuo è molto interessante. 
Lo leggo con calma come un buon sugo che non deve finire in fretta.
BRAVO!
Tony

Sono Tony Alum un Nigeriano che ha vissuto in Italia per undici anni - da Firenze a Padova a Torino. Comunque sono ritornato in Nigeria nel 2000. 
A TORINO ERO IL PRESIDENTE della ASSOCIAZIONE AFRO INTEGREZIONE e il Direttore del Ristorante Africano a Porta Palazzo: Allen Avenue Restaurant. In questi anni ho fatto molta esperienza essendo anche un leader della cumunità Nigeriana.
Al mio ritorno in Nigeria ho scritto un romanzo. La storia tratta del traffico di donne nigeriane dalla Nigeria a Torino per fare prostituzione. Avendo vissuto con queste vittime, mi ha fatto molto dolore la brutta esperienza che fanno queste poverette. Il mio racconto è basato molto sui fatti. Il libro fa successo in Nigeria ed è letto in diverse Università in Nigeria. Sono molto contento delle reazioni del pubblico che è  molto positivo. Tante persone hanno cancellato l'idea di venire in Italia dopo aver letto il libro. Tanti hanno poi potuto  sapere la verità di cosa succede in Italia.
Il traffico di donne é un problemma sociale in Italia e gli Italiani devono essere interessati a leggere questa storia da un Nigeriano.
Tony Alum

mercoledì 17 agosto 2011

l'Africana al Festival di Internazionale - Ferrara 1 ottobre 2011

Buongiorno Alberto,
ti scrivo per invitarti ad un incontro previsto nel programma collaterale del Festival di INTERNAZIONALE a Ferrara
L'idea è di affrontare il tema della prostituzione nigeriana con una modalità che non sia accademica anche se, a parlarne saranno proprio esperti.
Un momento di riflessione, critica e costruttiva sul lavoro degli operatori sociali a contatto con una realtà  talmente sfaccettata da aver bisogno di essere continuamente soggetta a tentativi di "ingabbiarla".
Il tuo libro sembra riuscire in una descrizione leggera, intensa e che lascia spazio a tutto ciò che ancora può essere raccontato. 
La tua partecipazione come scrittore e come operatore sarebbe per noi molto gradita. 
L'evento è inserito all'interno delle iniziative per il decennale dell'unità di strada prostituzione del Comune di Ferrara, progetto della rete regionale delle unità di strada dell'Emilia Romagna.

lunedì 11 aprile 2011

5 stelle su Anobii


Vi e' mai capitato di aprire un libro, leggere le prime frasi e non lasciarlo più finché non lo avete finito?
In passato mi succedeva spesso e volentieri quando frequentavo le mie librerie preferite, oggi invece, passando quasi tutto su ordini internet, non ho piu' la possibilità di vagliare quel che compro e quindi devo adeguarmi a quelle che sono le recensioni che leggo o le interviste all'autore che vengono fatte.
Con questo libro, comperato a scatola quasi chiusa perche' ne avevo sentito parlare solo dall'editore (Terrelibere.org), è andata proprio cosi'.

L'ho infatti acquistato in una promozione che l'editore ha fatto agli inizi di settembre sulla sua pagina fan, in formato ebook ma non ho avuto occasione di leggerlo fino alla famosa vacanza di ottobre u.s.
E anche lì, il libro, e' stato aperto per curiosità e prima "ok do solo uno sguardo alle prime righe" poi "va bene leggo qualche pagina" poi la curiosità di capire come va a finire... per farla breve due pomeriggi l'ho finito!

Il tag parla chiaro, si parla di mafia nigeriana perché si toccano due dei capisaldi dell'economia di questa organizzazione: la prostituzione e la droga.
Con estrema chiarezza, viene spiegato quali donne vengono reclutate per finire sulle strade, perché ci rimangono "spontaneamente" e il mondo che le circonda e che alcune volte modifica anche il loro modo di vedere e le loro aspettative di vita.
Le "madam" che sostituiscono i classici "papponi" sono state anch'esse prostitute e quasi per un circolo vizioso, fanno alle loro lavoranti del sesso le stesse cose che a loro volta hanno vissuto sulla propria pelle.
I blackboy, fidanzati squattrinati e perditempo, delle "madam", che campano a mo' di parassiti mantenuti dalle loro fidanzate e che per queste picchiano a dovere chi si ribella.
I clienti che da sfruttatori diventano sfruttati innamorati.
E i giri paralleli come la droga e il traffico di persone, nonche' i riti voodoo che tengono bloccate le donne sotto il gioco dello sfruttamento e sotto minaccia di maledizioni legate a credenze popolari e la religione che non si pone come una alternativa ma come quella "cosa" che dà la parvenza di normalità a questo mondo un po' deviato. Pesantino eh? Sembra! Ma non e' cosi'!

La storia inizia con un racconto che potrei definire fantozziano.
Provincia di Torino.
Franco, giovane alla soglia dei trent'anni, si apparta con una prostituta nigeriana.
Ma non soddisfatto del servizio e sopratutto vedendo che il prezzo pattuito aumenta, decide di riportarla dove l'ha prelevata.
Poco distante nella strada adiacente avviene un incidente surreale: una macchina sportiva (presa in prestito da alcuni ragazzi da un autosalone con la scusa della prova per valutare un eventuale acquisto) lanciata alla massima potenza che improvvisamente si trova in mezzo alla strada un cavallo imbizzarrito che scappa e dall'altro lato una macchina che sopraggiunge, un secondo e l'incidente e' fatto!
Cosa fare?
Chiamare l'ambulanza e la polizia con il rischio che lo trovino accompagnato dalla prostituta impauritissima piu' per il pericolo del rimpatrio che per quello che e' successo o lasciare cosi' e andare via?
Franco chiama la polizia, si nasconde per non farsi trovare e non fare trovare la ragazza e cominciano a parlare.
Si fa tardi, non la puo' accompagnare in stazione e quindi decide per la cosa piu' naturale di questo mondo ovvero la ospita a casa sua.
Nasce cosi' una bella amicizia che a tratti ha le parvenze di una storia d'amore e in altre quella dello sfruttamento sottile.

Perchè l'ho adorato.
Perché e' talmente verosimile da sembrare veramente accaduto.
Perche' questo Franco un po' sconfitto e un po' Peter Pan dei poveri e a volte anche delinquente, incarna in sè stesso tutte le contraddizioni dell'italiana natura che ha bisogno di essere parte di qualcosa, di contestare e di lottare e delle volte, sconfitto, riesce sempre a trovare una via d'uscita. L'ho amato perche' Alberto Mossino ha dimostrato una particolare sensibilità nella descrizione di Jennifer, dei suoi usi, credenze e anche emozioni che rendono il lettore partecipe della sua situazione.
Il mondo che Mossino descrive non e' cosi' semplice da raccontare, perche' legato a tradizioni che noi difficilmente capiremmo, perche' lontane anni luce dalla nostra quotidianità.
E questo è un buon metodo per avvicinarsi a questo microcosmo fatto di colori (dei vestiti, delle spezie, etc..) e di ombre (fatto di dolore, sfruttamento, nostalgia e paura).
Da questo viene fuori un quadro disarmante anche di alcune delle organizzazioni a favore dell'integrazione razziale e che si occupano degli immigrati clandestini che affrontano con sorprendente superficialità le varie tradizioni dei paesi di provenienza delle ragazze che si propongono di aiutare.

E' veramente un testo interessante, che tra il serio e l'ironico ci porta in giro nella parte più oscura del mondo che vive all'interno di queste dinamiche che spesso non sono cosi' evidenti.

martedì 14 dicembre 2010

Il viaggio allucinante di Sergio Ponchione

REGALO di NATALE

Sergio Ponchione ci regala 10 post con le tavole che ha creato per il capitolo 39 dell'Africana

venerdì 15 ottobre 2010

L'africana in prigione a San Vittore

Ieri mi hanno invitato ad un incontro letterario con un gruppo di detenuti nel carcere di San Vittore a Milano.
Ambiente di merda e fatiscente, peggio di come me l'aspettavo.
I ragazzi però erano simpatici e interessati.
Un bel pubblico selezionato di ladri e pusher.
Per non sbagliare ed andare sul sicuro ho letto il capitolo 28 "Arriva l'erba" che manco a dirlo ha riscosso un grande successo.
Quando è venuto il momento dei saluti, un detenuto si avvicina, mi porge la mano e poi mi sussurra: "Fai il bravo... che mi sa che qua dentro prima o poi ci finisci anche tu..."

mercoledì 25 agosto 2010

Un pò di ringraziamenti per il Premio John Fante

Nel dicembre 2009, quando è uscita l'Africana, avevo ringraziato tutti quelli che in qualche modo avevano contribuito alla sua pubblicazione.
Adesso, a distanza di 9 mesi, quasi fosse stata una gravidanza, mi ritrovo con il Premio John Fante e mi sembra doveroso fare un altro giro di ringraziamenti.
Quindi, in ordine sparso, un grazie di cuore a:
Angela Bubba e famiglia + Paolo Piccirillo e fidanzata per l'allegra compagnia
Giovanna Di Lello per l'organizzazione
Il Sindaco di Torricella Peligna per l'attaccamento alla manifestazione
Tutto lo staff dei volontari del Premio per l'impegno
Dan Fante per gli utili consigli e soprattutto per avermi baciato la capa
Quirino per l'amaro d'Abruzzo e le cotolette
Rita, Daniela e Adamo del Bar Penna Nera per le risate e le marrocche
Francesco Forlani per le sigarette
Il bambino poeta napoletano per avermi attaccato la pertosse
Rizario, il Sindaco di Tocco per le affinità politiche
Leonardo il libraio per aver intitolato la sua libreria a Primo Moroni
La bella bibliotecaria di Gessopalena per avermi votato
Mia figlia Unwana Maria perchè è lei e questo già basta

Poi sicuramente mi sarò scordato di qualcuno, ma portate pazienza, un po' è perchè sto invecchiando e un po' perchè il successo dà alla testa.